venerdì, gennaio 27, 2006

makes sense


5 anni fa, Londra, sempre alla ricerca.


Le parole hanno tanto valore, ogni tanto bisogna buttarle al vento, come i soldi, per sentirsi potenti

ma invece di disperdersi si accumulano, e formano discorsi che si costruiscono di frammenti dispersi nel tempo e nello spazio

colleghi le parole colleghi le vite.

Noi esseri umani siamo cosi presuntuosi che abbiamo bisogno di sapere che un senso qualsiasi anche se sbagliato sottende la nostra vita e unisce i fatti slegati che la costruiscono

unendo i puntini un sognatore scova il suo senso
il mio e` un senso vietato
e quindi tollerante verso le proprie oscillazioni.

Sgranocchio la mia quinta vita a Londra come un pacchetto di patatine ma so che questo presente affollato di esperienze e di microsensi scintillanti che si consumano velocissimi non finisce li`, e` una pietra molto preziosa della mia catena infilata in un filo spinato e luccicante.

La realta`la tratto bene, assorbo insegnamento energia e poesia, mi sprofondo nel mondo
divento una persona migliore, e questo ha già un suo senso.

Gli homeless mi hanno sempre affascinato
sguardi bui, teste piegate ad osservare una realtà trasversale
sorriso distaccato di chi sembra aver scovato un segreto nascosto.
Questo qui e` solo un miserabile, sfigato davvero
gli lascio cadere 70p in mano, dico scusa, non ho altro, scusa.

Lui mi guarda con certo rimprovero
non serve a liberarmi dei miei sensi di colpa, questa misera carita`
scusa, gli dico ancora, e riparto sui miei tacchi alti nuovi e scomodi

- non devi chiedere scusa, una voce mi si affianca, quello e` giovane e se vuole un lavoro lo trova in un attimo
mi volto, una faccia si sovrappone alla voce
un uomo scuro abbronzato, dall `aspetto piu` attraente che raccomandabile
- you are a nice woman
mi stringe la mano con fare molto sicuro
e` mezzo greco e mezzo siciliano e lavora nella galleria d`arte qui vicino
si piace questo, si vede, non si fa seghe mentali e nelle relazioni e` sempre il piu` forte
forse piu` grazie ad un carattere diretto che ad un cervello fine
- vado a prendere un caffe`, vieni?
- no, grazie, rispondo
- ti posso rivedere?
...
- ok, capito, tanto lo so che ci rivedremo... mi saluta e se ne va

e` che la vita si distrae, a volte, e allora produce queste irregolarita` nello scorrere coerente e tematico delle giornate
e oggi sarebbe finito come un incontrastato susseguirsi di cose sbagliate al momento sbagliato, se solo il destino a un certo punto non avesse deciso di perdermi di vista un momento per lasciarmi di nuovo sperare

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