venerdì, luglio 28, 2006

Cento pizze cento facce

Volete assistere in diretta a un reality show ti stampo gastronomico?
Andate a mangiare a mezzogiorno da Cento Pizza. Si tratta di una pizzeria apparentemente innocua con ameno gazebo all’aperto su graziosa piazzetta in zona Statale.
Dovete solo sedervi ad un tavolo ed attendere, con fiducia. A poco a poco emergeranno i godibilissimi personaggi che come da copione popolano anche questo reality.
Il mio preferito è Felipe, colombiano tuttofare che, unico in un gruppo di camerieri platealmente ignavi, scodinzola veloce tra i tavoli, rivolgendosi ai clienti con aria sorniona in accento stretto di Bogotà, avvallando la nota teoria che ogni italiano capisce lo spagnolo. E in fondo pizza si dice pizza un po’ ovunque
Felipe è il personaggio più presente, perché gli altri appaiono in modo erratico per lo più per farsi una sigarettina a bordo gazebo discutendo allegramente delle abitudini alcoliche dei loro colleghi.
Tra le comparse la mia preferita è Ernesto, il cameriere più bello del mondo, che vanta una fiera somiglianza con il grande che guevara, di cui condivide, sospetto, la nobiltà d’animo. Difende infatti a spada tratta l’Ubriaco sostenendo che ognuno è libero di fare ciò che vuole della propria vita, incluso venire a lavorare ogni santo giorno ciucco tradito. Beh.
Ecco, con Ernesto ho un po’ di problemi di comunicazione, dal momento che, come accade con ogni uomo che mi soggioga esteticamente, non riesco a guardarlo mentre ci parlo, quindi mi rivolgo a paola mentre gli chiedo cosa c’è nel pollo messicano. Questo complica un po’ le ordinazioni, ma svaga notevolmente i miei commensali.
Gli altri personaggi che popolano il nostro reality, il Bullo, l’Ubriaco (vedi sopra), l’Ariano (l’unico esemplare di Tedesco che fa il cameriere in Italia), sono più che altro apparizioni fuggevoli e rumorose che si chiamano e si lanciano epiteti da un lato all’altro del locale, fregandosene bellamente della presenza dei clienti che tra una focaccia alla bufala e un caffè shakerato sono ormai completamente assorbiti dalle storie di vita di questa compagine di uomini fatti di onore alcol fumo e parolacce in lingue assortite.
Immancabile.

venerdì, luglio 21, 2006

Test sotto l'ombrellone


Mi ha sempre interessato la psicologia, come dimostra il mio conclamato feeling con gli uomini disturbati. Stavo testando il nuovo Google Scholar, che compie ricerche all'interno di testi accademici e ho trovato il risultato che vedete qui sotto. Se manifestate 5 o più dei sintomi sotto citati, allora appartenete alla categoria patologica che ho ricercato (e che dovete indovinare). Casualmente tutti e nove i sintomi sono parte preponderante dei miei tratti caratteriali.
1. sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono
2. un quadro di relazioni interpersonali instabili ed intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi d’iperidealizzazione e svalutazione
3. alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili
4. impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate
5. ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o comportamento automutilante
6. instabilità affettiva dovuta a marcata reattività dell’umore (p. es. episodica intensa disforia, irritabilità o ansia che di solito durano poche ore e soltanto raramente più di pochi giorni)
7. sentimenti cronici di vuoto
8. rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (p. es. accessi di ira, rabbia costante, ricorrenti scontri fisici etc.)
9. ideazione paranoide o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.

giovedì, luglio 20, 2006

tanti compleanni e troppe feste

quando una donna smette di sentirsi speciale è facile che incappi in un uomo ordinario.
è uno spostamento quasi impercettibile, lento. è un viaggio che ha ad un estremo il sentire che quello che un uomo fa per te è dovuto e all'altro estremo la consapevolezza che quello che un uomo non fa per te o fa contro di te è accettabile.

lungo il Cammino trovi un amico, il Cinismo, che ti aiuta a rivedere la tua visione delle persone.
parti sentendo che sei unico per il destino. immagini che la gente sia tutta potenzialmente ricca di scoperte e che possa servire alla tua esperienza personale. apertura opportunistica al mondo, che di fatto è lì per te. quella sensazione di sentirti fuori posto (ovunque) che ti accompagna dalla nascita la ribalti a tuo favore, impari a sentirti unico e per questo interessante (ovunque). abbracci l'idea di Pasolini, che Cultura è riuscire a parlare con chiunque.

poi il Cammino, irto di ostacoli falsità regole semplificazione conformismo, a cui la tua Specialità non ti sottrae per diritto naturale, ti instilla il ragionevole dubbio che questa storia della unicità sia tutta una sòla è che in realtà sei una persona abbastanza mediocre.
continui a sentirti fuori luogo ovunque, ma rivedi un attimo Pasolini e in fondo decidi che puoi rinunciare alla Cultura.
la gente inizia a perdere quel fascino dell'ignoto, emergono pochi individui che riconosci subito perchè per stare bene nel mondo devono stordirsi in qualche modo, con la comicità, l'ironia, il cinismo o l'alcol.
in fondo stai bene, in un equilibrio altalenante tra luce ottimismo solarità e buio noia rifiuto.
duro è il momento in cui ti rendi conto che la persona che ti sta accanto non si deve stordire per stare bene in mezzo a quello a cui tu ormai sei impermeabie, perchè quello lì è il suo mondo.

mercoledì, luglio 05, 2006

RI-VINCITA!!!


Da quanto aspettavo questa partita!!!. Qualcosa come 24 anni? Esattamente così, una sofferenza mortale per 115 minuti e poi la CATARSI, due goal da guardare all’infinito negli ultimi 5 minuti dei supplementari, contro una Germania che gioca in casa e 60,000 tifosi che da quando ci hanno fischiato l’inno ho iniziato a detestare. Hanno fischiato tutto il tempo, bei polmoni, e poi improvvisamente hanno iniziato a piangere. Volubili.

Li abbiamo, li hanno, ricoperti di guano, nelle scorse settimane, scandali calcistici, pregiudizi, epiteti, delusioni, e a loro sono girate, è chiaro, si vedeva da come cantavano l’inno, tranquilli, orgogliosi, con accennati sorrisini agli angoli della bocca, come se sapessero che quella era la loro notte.

Una squadra che è risorta improvvisamente lasciandoci innamorati urlanti e lacrimanti di gioia. Era dal 1982 che non vedevo un gruppo così unito, è la prima volta che sento ogni giocatore parlare di NOI, ogni volta che gli chiedono qualcosa di LUI, parla di gruppo, non si esalta, sta tranquillo, dice (Materazzi): “guarda che non abbiamo ancora vinto niente”, e “fanno bene i tifosi a festeggiare, si devono sfogare di tutto il brutto che hanno dovuto subire, noi non possiamo, abbiamo ancora da giocare” (Buffon).

Finalmente una squadra dove giocano tutti, 120 minuti di corsa in ogni angolo del campo di Gattuso; Cannavaro e Zambrotta i gladiatori, Buffon “subito santo” (diceva uno striscione), Pirlo e Gilardino lì a servire due goal fantastici, Del Piero e Grosso che hanno fatto vedere a tutti, soprattutto alla squadra avversaria, minacciosa senza estro, che tecnica cuore fantasia e coraggio mettono insieme la Storia Italiana. E Lippi, uomo ruvido e diretto, con una lungimiranza (e un fondello) ammirevoli. E tutti gli altri, dal primo all’ultimo hanno fatto la loro parte, mai lamentosi, mai a terra a grattarsi la schiena sul prato, mai polemici, mai rancorosi, ma incazzati e orgogliosi si.
Ieri ho visto gli Italiani che vorremmo essere, sempre, in tutto. GRAZIE!!!