domenica, settembre 26, 2010

Commozioni cerebrali


Una sfilata può essere vista dai più come effimero spreco di denaro stoffe e luci. La mia opinione è che una sfilata di moda sia un efficientissimo laboratorio per produrre facili emozioni.
La formula è semplificata eppure funziona. Ci sono tutti gli ingredienti.
L'attesa. Una sfilata che si rispetti inizia in ritardo. In quei tre quarti d'ora di attesa hai tutto il tempo per scrutare le celebrities perfette o perfezionate, nonchè per ammirare una folla di donne elegantissime e in genere alte e magre che aggiungono l'elemento aspirazionale alla formula.
L'atmosfera è carica di tensione, i fotografi si accumulano in cima alle scalinate, le luci si accendono e, terzo elemento della formula, parte la musica: altissima, pompata nelle orecchie, incalzante. E proprio in quel momento arrivano le modelle, e, su di loro, i tanto attesi ABITI.
La formula è completa. Loro sfilano, queste donne che non esistono nella vita reale, code statistiche della bellezza umana, e incedono sulla passerella con fare isterico, annoiato, a volte distratto, certamente serio, perchè serissimo è quello che stanno facendo qui, camminano con un vestito di moschino addosso, per la miseria.
Il tutto dura circa 7 minuti, come è giusto che sia un climax, breve e intenso.
Il laboratorio della maison moschino ce l'ha fatta, mi sono emozionata, mi sono addirittura commossa.

giovedì, settembre 09, 2010

A life less ordinary?

A quelli come me piace essere apprezzati per la propria arguzia, il virtuosismo verbale, il senso dell'umorismo. Snobbiamo gli ordinari e gli ignoranti, inorridiamo di fronte ad un errore di sintassi o di grammatica. Godiamo quando partoriamo un pensiero originale o laterale.
E poi.
Personalmente non riesco ad essere precisa nel mio lavoro, a vivere senza ansia, a non subire la pressione degli obiettivi imposti dall'alto, a non perdere fiducia in me stessa, ad imporre la mia volontà nemmeno su me stessa.
Non è forse questo, il più evidente segnale di ordinarietà?