giovedì, novembre 25, 2010

H&M endurance contest


H&M ha colpito ancora.
La capsule collection Lanvin per H&M (bellissima) ha mobilitato schiere di impavide ed instancabili shoppers che dalle 4 di venerdì notte hanno pazientemente iniziato a far la coda fuori dai negozi per accaparrarsi i pezzi del solitamente irraggiungibile marchio francese.
Ammiro H&M per questa capacità di smuovere i desideri e bruciare le calorie di così tante donne e per aver convinto (attraverso chissà quali argomentazioni filantropiche) un brand come Lanvin ad esporre i suoi pezzi d’arte in mezzo a masse di vestiario indistinto.
Ammiro anche le suddette budget-conscious fashion addicts (insomma le maniache che si sono sparate 6 ore di coda nel gelo della notte milanese) per la forza d’animo e la prova di endurance, e pure un po’ le invidio, io che non riesco a far la fila nemmeno per pagare all’esselunga.
D’altra parte le cose per cui si combatte danno molta più soddisfazione.

martedì, novembre 23, 2010

L'eleganza del riccio


Questo libro mi ha illuminato su un fatto: non c'è da sorprendersi se leggo djuna barnes e poi guardo iron man con la stessa avidità: i legami culturali sono così numerosi e gli elementi che ci influenzano così variegati che i nostri gusti sono randagi, imprevedibili e meravigliosamente incoerenti.
Ho probabilmente almeno una cosa in comune con qualsiasi essere umano nell'universo.
Grazie a questo libro ogni volta che vedo la mia portinaia ukraina mi viene voglia di chiederle un parere su bulgakov.

mercoledì, novembre 17, 2010

Stress meccanico

Oggi il meccanico mi ha riconsegnato il mio motorino, rinvigorito da un mese di fermo e da una sostituzione al carburatore che ho pagato più di un’operazione a cuore aperto.
Il fetente, dopo aver latitato per un mese, mi riconsegna il motorino sporco come glie lo avevo dato (quindi tanto).
Così, aspettando il lavaggio del mezzo, il meccanico tira fuori l’ennesima sigaretta e, come accade spesso (vedi post sui tassisti) inizia a raccontarmi della sua vita.
Ma perché? Chi te l’ha chiesto? Nemmeno ti conosco!
Eppure anche stavolta ascolto. Mi dice tante cose, ma quella che mi colpisce di più, e che è al centro del suo sfogo, è che lui è STRESSATO. Sissignore, dice che non riesce a dormire di notte tanto è stressato.
“ma, con rispetto parlando, cos’è che ti stessa tanto?” chiedo, davvero incapace di comprendere la genesi di tanta ansia.
“il lavoro”, mi risponde con gli occhi ormai lucidi.
“senti, con tutto il bene che ti voglio, anche se ti fai pagare come un cardiochirurgo tu non salvi vite umane. Non è ragionevole che tu sia cosi stressato, su ripigliati e stai sereno”.
“eh, ma io somatizzo. Ad esempio, lo sai che l’altro giorno sono dovuto andare fino a bisceglie a prendere un pezzo di ricambio?” .
“bisceglie in puglia?”
“no, bisceglie a milano”
“abbè, in effetti tanto vicino non è” dico comprensiva “però almeno ci arriva il metro”.
E intanto penso che le mie 170 cucuzze serviranno a finanziare l’ennesimo strizzacervelli.

sabato, novembre 13, 2010

High Hopes

Sometimes I feel just like the dark side of the moon. And this is the song that best represents it. And English is definitely the language.

giovedì, novembre 11, 2010

Non si sa mai

Ho un feeling coi tassisti, è cosa risaputa. Appena appoggio le chiappe sui sedili posteriori di un taxi, il posto di guida diventa il lettino dello strizzacervelli e loro iniziano vuotare il sacco: mi raccontano delle loro vite, mi svelano segreti scabrosi, a volte mi fanno pure l'oroscopo.

Settimana scorsa succede che, alla fine del nostro percorso, tragitto fisico e viaggio spirituale in cui mi racconta della sua recente conversione al cristianesimo, colpito evidentemente dall'energia spirituale che scaturisce dal mio silenzio contemplativo, lo squinternato tassista mi allunga un'immaginetta della Madonna in una delle sue pose più angeliche. Dopo l'iniziale paralisi che tipicamente santi e madonne mi procurano, faccio presente al gentile tassista che io "non credo". E lui mi dice "la tenga, non si sa mai".
Per gentilezza me la infilo in borsa. E da allora è li, la Madonna di Medjugorje, che si contende con chiavette usb, fazzolettini semiusati e multe non pagate il poco spazio disponibile nella borsa.
Il fatto è che non ho il coraggio di buttarla via: dai, non si butta via la Madonna. Nemmeno se sei ateo.
Così ieri ho deciso, per mettere a posto la coscienza, di concederle uno spazio privilegiato e protetto nella mia borsa: la taschina destinata ai tampax. Almeno li sta comoda.