Sono così incostante che nemmeno i vizi mi rimangono attaccati. Dopo un po' mi stufo di tutto.
Prima ho smesso di fumare, ma già ero una fumatrice da strapazzo, senza convinzione, di quelle che se non vedono gli altri si dimenticano di accendere la sigaretta.
Poi ho smesso di bere (cioè continuo ma sporadicamente, un paio di bicchieri di prosecco a cena, talvolta un quartino di bonarda a pranzo, un bellini tra amici, ma senza applicarmi con serietà).
Poi ho smesso di giocare al superenalotto, per pura pigrizia e per una certo ribrezzo verso le tabaccherie che mi ricordano le puzzolenti briscole giocate tra il fumo dei toscanelli a cui mio zio mi obbligava a presenziare da piccola.
Ma soprattutto ho smesso di giocare a poker, alla cui arte mio padre mi iniziò all'età di quattro anni, presentandomi ad un amico di dubbia fama e grande talento che aveva fatto del gioco la sua (poco redditizia, devo ammettere) professione. Lui mi disse che avevo i geni del pokerista (intuito e faccia di tolla). Il che era confermato effettivamente dai chili di torroncini e caramelle rossana vinti ai pokeroni natalizi coi miei negatissimi parenti.
Ora cerco un nuovo vizio a cui dedicarmi con la consueta frammentarietà. Cosa mi rimane?
Prima ho smesso di fumare, ma già ero una fumatrice da strapazzo, senza convinzione, di quelle che se non vedono gli altri si dimenticano di accendere la sigaretta.
Poi ho smesso di bere (cioè continuo ma sporadicamente, un paio di bicchieri di prosecco a cena, talvolta un quartino di bonarda a pranzo, un bellini tra amici, ma senza applicarmi con serietà).
Poi ho smesso di giocare al superenalotto, per pura pigrizia e per una certo ribrezzo verso le tabaccherie che mi ricordano le puzzolenti briscole giocate tra il fumo dei toscanelli a cui mio zio mi obbligava a presenziare da piccola.
Ma soprattutto ho smesso di giocare a poker, alla cui arte mio padre mi iniziò all'età di quattro anni, presentandomi ad un amico di dubbia fama e grande talento che aveva fatto del gioco la sua (poco redditizia, devo ammettere) professione. Lui mi disse che avevo i geni del pokerista (intuito e faccia di tolla). Il che era confermato effettivamente dai chili di torroncini e caramelle rossana vinti ai pokeroni natalizi coi miei negatissimi parenti.
Ora cerco un nuovo vizio a cui dedicarmi con la consueta frammentarietà. Cosa mi rimane?
10 commenti:
Prova con questo nuovo vizio:
COMUNICARE (non solo quando fa piacere/comodo).
Anche frammentariamente.
Anonimo? Rivendico il diritto sacrosanto di comunicare con chi mi pare e piace. Se permetti.
Certo, ma frammentariamente a J. non spiacerebbe. :P
Certo che deve essere proprio triste dover comunicare con uno che si fa chiamare anonimo! Alla faccia della trasparenza (e anche dei coglioni aggiungo!)
Evitiamo i commenti sulla tristezza che è meglio, e anche sui "coglioni"... :P
J.
Vuoi dire che hai smesso anche di stipare gli armadi di famiglia di ingombrantissimi stivali?
Ti limiti a uscirli ogni tanto a prendere una boccata d'aria fino al calzolaio?
n'
E le tacco 10 varie con in particolare le spesso citate Le Mentounasc (Menton côte d'azur) non le consideriamo nei vizi e pure sfogo compulsivo? ;)
J. (anonimo scoglionato, all'occorrenza :)
nicc le scarpe non sono un vizio ma semmai una porticina verso l'arte. Tuttavia anche con loro ho i miei alti e bassi.
"Alti e bassi" nel senso di tacchi?
(o di stivali)?
Come ti capisco (alti e bassi) ;)
J.
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