lunedì, settembre 28, 2009

Positivitè

Non so se succede anche a voi, ma io, quando punto al superenalotto, sono convinta che vincerò.
E' il miraggio prodotto dalla disperazione, quando ti guardi attorno e capisci che l'unica soluzione possibile, l'unica via d'uscita, è vincere al superenalotto. Di per sè è un brutto momento rendersi conto che probabilmente molti pre-suicidi hanno pensieri di questo tenore.

Ma questa è un'altra storia. Quello che vorrei sottolinerare è un binomio di inquietante interesse statistico:
- quando punto al superenalotto ho una forte speranza, quasi una premoniizione, che vincerò.
- quando prendo l'aereo ho la forte sensazione che mi schianterò.

Quale dei due accadimenti ha una probabilità maggiore?
- probabilità di fare 6 al superenalotto: 1 su 623 milioni
- probabilità di morire in un incidente aereo: 1 su 20 mila

Bene, questo illumina di nuova luce il mio periodo noir: se anche vinco al superenalotto è quasi certo che il giorno dopo prendo l'aereo e mi schianto.


venerdì, settembre 25, 2009

Business Idea

Mentre "sfoglio" People, rivista di gossip moda e gnoccheria assortita, mi trovo a chiedermi: se ogni giorno ognuna di queste star viene fotografata con un vestito diverso, dove vanno a finire i vestiti del giorno prima?
Pure ammettendo l'esistenza di armadi delle dimensioni di piccoli stati indipendenti, un vestito al giorno sono pur sempre 365 vestiti l'anno, e alcune di queste star nonostante le pences di pelle dietro le orecchie, tradiscono talvolta età venerande. Facciamo due calcoli. Madonna ha 51 anni, è in giro (lavorativamente parlando) da una trentina di anni. Con una media di un vestito al giorno (e sono conservativa) può aver accumulato qualcosa come 10.950 capi di abbigliamento.
Abbastanza da mantenere una compagnia di smatimento rifiuti nel salernitano.
Io voglio sapere, dove sono sti vestiti? cosa ne fanno? non sarebbe un bel business aprire un outlet che rivende vestiti usati una sola volta da una pop star?

mercoledì, settembre 23, 2009

Opera o Outlet?

Tuttora non mi è chiaro se il suo umorismo sia sofisticato e sottile o incosciente e involontario.
Di certo è parte del suo fascino destabilizzante.

Io: "Oggi sono andata a vedere la mostra su Madama Butterfly"
Carlo: "Hai comprato qualcosa?"

martedì, settembre 15, 2009

Salvate i miei vizi

Sono così incostante che nemmeno i vizi mi rimangono attaccati. Dopo un po' mi stufo di tutto.

Prima ho smesso di fumare, ma già ero una fumatrice da strapazzo, senza convinzione, di quelle che se non vedono gli altri si dimenticano di accendere la sigaretta.

Poi ho smesso di bere (cioè continuo ma sporadicamente, un paio di bicchieri di prosecco a cena, talvolta un quartino di bonarda a pranzo, un bellini tra amici, ma senza applicarmi con serietà).

Poi ho smesso di giocare al superenalotto, per pura pigrizia e per una certo ribrezzo verso le tabaccherie che mi ricordano le puzzolenti briscole giocate tra il fumo dei toscanelli a cui mio zio mi obbligava a presenziare da piccola.

Ma soprattutto ho smesso di giocare a poker, alla cui arte mio padre mi iniziò all'età di quattro anni, presentandomi ad un amico di dubbia fama e grande talento che aveva fatto del gioco la sua (poco redditizia, devo ammettere) professione. Lui mi disse che avevo i geni del pokerista (intuito e faccia di tolla). Il che era confermato effettivamente dai chili di torroncini e caramelle rossana vinti ai pokeroni natalizi coi miei negatissimi parenti.

Ora cerco un nuovo vizio a cui dedicarmi con la consueta frammentarietà. Cosa mi rimane?

lunedì, settembre 14, 2009

Le anti-gattamorte

Le mie amiche, meno male che ci sono loro.
Ci siamo incontrate, come ormai raramente riusciamo a fare, per un aperitivo mondano. E non mi hanno deluso, nella loro rassicurante tipicità.

Daniela, su di lei puoi contare per una spassionata presa di posizione, sempre dalla mia parte, per principio. Se non fosse che in effetti ho sempre ragione si potrebbe insinuare che sia leggermente di parte.
Daniela ti assicura sincerità schiettezza e mancanza di diplomazia. Ieri dopo aver ascoltato i miei racconti mi ha detto "dovrei vederti più spesso, quando ti sento raccontare la tua vita mi sento sempre sollevata e ringrazio di quello che ho". Testuali parole.

Cristiana è la mediatrice. Non prende posizioni frettolosamente. Ascolta e valuta, ti cazzia quando necessario ma sempre con una certa tolleranza perchè in fondo siamo amiche e bisogna chiudere qualche occhio sulle reciproche cadute di stile. Cristiana chiarisce le sue priorità immediatamente: "non voglio sentire ragioni: vi voglio bene ma alle 9 meno cinque schiodo perchè non posso assolutamente perdermi la prima puntata di x factor". Ubi maior...

Cristina è la cinica compiaciuta. Ascolta, non commenta, annuisce severa ma con un certo distacco, frantumando astiosamente patatine coi canini.
E' quasi impossibile stupirla perchè dal prossimo si aspetta di tutto e pure peggio. Infatti dopo avermi lasciato sfogare conclude in genere in modo lapidario con una frase che taglia la testa al toro del tipo "gli uomini sono squallidi, le donne pure, visto che se li riprendono indietro quando commettono delle cazzate"... quando proprio non può trovare una soluzione pragmatica che in genere consiste nell'allungarti il numero di telefono di chi ti può risolvere il problema: un avvocato, un omeopata, uno psicologo, a seconda della natura del fattaccio.

Pragmatiche, schiette e sarcastiche, sono così le mie donne preferite.

venerdì, settembre 11, 2009

Stupore a Venezia

Due giorni fa ero alla mostra del cinema di Venezia, immersa in un'atmosfera di fibrillazione calma, e anche un po' eterna.

Li, come per miracolo, sono riuscita a ritrovare un'emozione che pensavo fosse in me estinta, lo stupore.

Ho scoperto che Venezia ha una spiaggia lunga di sabbia fine, che anche a Venezia il mare trova un posto dove ripetere il suo poetico infrangersi di onde con l'immancabile sequenza vento - nuvole - sole - luci - ombre

Mi sono ritrovata a partecipare ad una conferenza stampa, in un albergo d'altri tempi che detiene il meritato nome di Hotel Excelsior, in compagnia di due donne che mi hanno spiazzato.
Leggermente fuori fuoco rispetto ai propri ruoli di rappresentante politica e di show girl, l'onorevole Deborah Bergamini e Michele Hunziker hanno parlato di donne, di diritti violati, di violenza, di poter fare, e forse, stavolta abbiamo fatto insieme qualcosa di cui andare fiere.

Sono rimasta affascinata dal lido, che in alcuni punti sembra la romagna, e di nuovo stupita per la mancanza di folla, per l'atmosfera per nulla concitata, per l'emozione che la parola film suscita in tutti, ancora.

Ho conosciuto una persona che, anche lui, mi ha saputo stupire. Enrico Magrelli, critico cinematografico e deus ex machina del festival, colui che tutto sa e tutti conosce, che probabimente detiene, unico, il dono dell'ubiquità, la capacità di rispondere sempre ad ogni richiesta, educatamente, mantenendo la calma, di parlare con lo stesso rispetto e lo stesso interesse con tutti, che si stia rivolgendo a me o a Ewan Mc Gregor.

Un post stupito dunque, seppure un po' melenso.

martedì, settembre 08, 2009

Apprezzamenti

Ho portato al mio calzolaio un paio di vecchi stivali da battaglia da risuolare, me li ha restituiti in un sacchetto dell'Esselunga.

Ho portato al mio calzolaio un paio di decollete Les Tropeziennes a cui rifare i tacchi, me le ha restituite in una shopper nera di Mont Blanc.

Noblesse oblige.

lunedì, settembre 07, 2009

Evitate questo locale

Attenti perchè si presenta sotto le mentite spoglie di una umile trattoria sul naviglio grande.
Mi siedo al tavolino di metallo e scruto il menu, fiutando i primi indizi di sòla.

La scansione verticale mi mette di fronte ad una lista di pietanze dai nomi presuntuosi e (orrore!) precedute da articolo determinativo "Gli gnocchi arrostiti con lo speck di zibellino e le zucchine del solstizio d'estate". Non è mai un buon segno quando si chiamano i piatti con tale confidenza, ma considerando che gli gnocchi in questione erano poi 5 potevano quasi chiamarli per nome.

La scansione orizzontale (15 euro per due fette di salame) mi conferma che ci troviamo di fronte a uno di quei casi di inchiappettamento culinario non infrequenti a Milano: locale dimesso per attirare il cliente poco avveduto, porzioni piccole, descrizioni sfarzose, camerieri ostili, prezzi fuori luogo.

Il ristorante in questione si chiama "Osteria al Pont de Ferr" e benchè sia vecchia centanni io temo (e spero ardentemente) che non ne durerà poi molti altri .

mercoledì, settembre 02, 2009

Notizia: Clooney sposa la Canalis

Il cervello delle donne: in passato era un optional. Oggi è un handicap.