giovedì, novembre 29, 2012

Magro Natale


Ed eccoci alla fatidica dieta prenalatizia al termine della quale, puntualmente, arrivo affamata irritabile mediamente smilza ed estremamente piatta.
Infatti con mio sommo cruccio quando ingrasso, ingrasso sul culo, quando dimagrisco, dimagrisco sulle tette.
Perché ostinarsi a fare la dieta? Non lo so. Non ha senso.
Intanto nessuno nella storia si è mai accorto di un mio dimagrimento. Nessuno. Forse perché dura poco.
Infatti è nota la regola per cui ci si mettono tre mesi a perdere 5 chili e una settimana e recuperarli.
Nel periodo di affamamento poi la famiglia ti odia perché ti disinteressi completamente alle loro necessità mangerecce, ovvero smetti di preparare i pasti e loro finiscono per cibarsi di patatine, wurstel e maionese in tubetti. E mentre si rimpinzano si lamentano, generando intense ondate di risentimento.
Eppure mi metto a dieta. E so perché.
Tutti gli sforzi, le rinunce, la sofferenza trovano la loro ragion d’essere in quell’unico fatidico momento in cui salendo sulla bilancia (dopo essermi tolta tutto il toglibile inclusa biancheria intima, forcine per capelli, capsule dei denti), il mio peso come appare sul display è inferiore a quello della settimana prima. Salto del pasto. Calo del peso. E’ una specie di sfida olimpica. O di malattia mentale.

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