La mia Amica Silvia: "Gio', è nato! Martin è nato!"
Io: "Martin? Ma non era Lapo?"
Lei: "Eh. Il fatto è che, sai, insomma, è successo così: in sala
operatoria, in fase di ricucitura, l'infermiera mi chiede come si chiama
il bimbo. "Lapo", dico. Al che l'infermiera si irrigidisce, il chirurgo alza le mani al cielo e scandendo chiaramente le parole, onde evitare equivoci, mi fa "col cazzo. Se lo chiami Lapo ti lascio l'utero aperto". Alzo gli occhi in cerca di ispirazione e sostegno divino e allora la vedo: la lampada del tavolo operatorio. Impressa sopra alla lampada, in caratteri cubitali, c'è la scritta della marca Martin. Una specie di segno. Insomma vien fuori che la seconda chirurga si
chiama Martina, ed è il giorno di san Martino. Quindi dico: Martin! L'equipe approva. E finalmente ricuciono.
I primi
giorni che me lo portavano in stanza e mi dicevano "ecco Martin" pensavo
- chi cavolo è sto Martin.
Adesso meglio, ho fatto mente locale.
E' tutto vero, giuro.
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