Sabato mentre scavavo buche nella sabbia di Sestri Levante da lontano sentivo la folla di curiosi che si assembravano intorno al televisore dei bagni Sempione per assistere allo scontro epico tra Germania e Argentina.
I cori di "oohhhhh" e "uuuhhh" mi facevano capire che qualcosa di grosso stava accadendo. Si trattava infatti dell'Argentina di Maradona che, come avrebbe titolato evocativamente la Gazzetta il giorno dopo, veniva ASFALTATEN 4-0 dall'odiosa Germania.
Quello che mi ha colpito è stato il tifo che questa partita ha suscitato, potente e schierato. Il pubblico italiano, orfano della propria nazionale, aveva scelto l'Argentina per incanalare la passione inesplosa, o probabilmente era solo contro la Germania, come è naturale. Solo alcuni piccoli bastardi nazisti in erba urlavano "terroni a casa", riferendosi con scarsissimo acume geografico e superdotata ottusità razziale alla gloriosa Argentina.
E però tutti prendevano una posizione netta, come se schierarsi fosse un bisogno umano, come se tifare per una squadra che non è la propria fosse necessario per giustificare due ore rubate allo scavo di buche nella sabbia.
Come se solo la passione qualificasse come CALCIO un'attività che altrimenti si potrebbe descrivere come 22 uomini che corrono dietro ad un pallone.
lunedì, luglio 05, 2010
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