domenica, dicembre 22, 2013
Su uno sci solo
L'equilibrio non e' il mio forte. E' cosa nota. Quindi oggi ho deciso di passare i miei "dieci minuti" sciando su uno sci solo. Dopotutto mia figlia ci e' riuscita. Infatti la sua maestra di sci quando mi ha visto su una gamba sola come uno stambecco zoppo ha prontamente avallato l'esercizio assicurandosi che io fossi coperta da assicurazione. Così di fronte a una fila di scettici tigrotti sciatori (alcuni visibilmente scuotevano le testoline nei loro caschetti provvisti di orecchie di peluche) ho iniziato l'esperimento. "tranquilla, e' semplice, devi solo trovare il tuo centro". Semplice? Lo cerco da 43 anni, dici che era proprio qui su questa pista, sotto il mio scarpone sinistro? Improbabile. Certo in dieci minuti l'ho solo intravisto, intuito. E' stato un barlume di equilibrio, altalenante e instabile. Tutto regolare. Un gran mal di culo pero'.
venerdì, dicembre 20, 2013
Da Peck con gli occhiali
Ieri ho conosciuto Chiara Gamberale. Professione: scrittrice.
Di lei avevo letto un paio di libri, che mi erano piaciuti, abbastanza, ma come a volte accade la piena personalità dello scrittore non si trasferisce paro paro nelle righe che scrive. Lei è persona carismatica, complicata e articolata, solare e loquace. Un persona che mi piacerebbe frequentare. Insomma io sono andata a sentire il suo intervento per un unico motivo: volevo vedere in faccia qualcuno che era riuscito a fare per lavoro quello che da una vita io faccio per necessità: scrivere.
E mi è nato un senso di infinita ammirazione. Poi è arrivata con questo suo nuovo libro, che invita a fare una cosa davvero sfiziosa: per dieci minuti al giorno, per un mese, provare qualcosa che non si è mai fatto prima. Per mettersi alla prova, per distogliersi dalle solite ossessioni.
Così ho deciso. lo faccio. E oggi ho iniziato. Allora.
GIORNO 1: Da Peck con gli occhiali.
Porto (dovrei portare) gli occhiali da vista dall'età di sei anni. Il problema è che con gi occhiali sembro una maestra stronza. O una nerd bulimica. A seconda della montatura. Quindi non li metto mai, quando sono per strada, con un certo impatto sulla mia vita sociale, perchè non potendo identificare le persone, non le saluto.
Oggi per dieci minuti mi sono tenuta gli occhiali mentre camminvao per strada, senza mai toglierli, e ho visto cose, cose che non avevo mai visto: prezzi delle scarpe nelle vetrine, cacche di cane sui marciapiedi, locandine di spettacoli di tango, il numero dell'autobus. E li ho tenuti fino dentro a Peck, con il rischio concreto di essere vista da gente nota. E di vederla a mia volta.
Inquietante. Interessante. Meno male che son passati in fretta, i dieci minuti.
Di lei avevo letto un paio di libri, che mi erano piaciuti, abbastanza, ma come a volte accade la piena personalità dello scrittore non si trasferisce paro paro nelle righe che scrive. Lei è persona carismatica, complicata e articolata, solare e loquace. Un persona che mi piacerebbe frequentare. Insomma io sono andata a sentire il suo intervento per un unico motivo: volevo vedere in faccia qualcuno che era riuscito a fare per lavoro quello che da una vita io faccio per necessità: scrivere.
E mi è nato un senso di infinita ammirazione. Poi è arrivata con questo suo nuovo libro, che invita a fare una cosa davvero sfiziosa: per dieci minuti al giorno, per un mese, provare qualcosa che non si è mai fatto prima. Per mettersi alla prova, per distogliersi dalle solite ossessioni.
Così ho deciso. lo faccio. E oggi ho iniziato. Allora.
GIORNO 1: Da Peck con gli occhiali.
Porto (dovrei portare) gli occhiali da vista dall'età di sei anni. Il problema è che con gi occhiali sembro una maestra stronza. O una nerd bulimica. A seconda della montatura. Quindi non li metto mai, quando sono per strada, con un certo impatto sulla mia vita sociale, perchè non potendo identificare le persone, non le saluto.
Oggi per dieci minuti mi sono tenuta gli occhiali mentre camminvao per strada, senza mai toglierli, e ho visto cose, cose che non avevo mai visto: prezzi delle scarpe nelle vetrine, cacche di cane sui marciapiedi, locandine di spettacoli di tango, il numero dell'autobus. E li ho tenuti fino dentro a Peck, con il rischio concreto di essere vista da gente nota. E di vederla a mia volta.
Inquietante. Interessante. Meno male che son passati in fretta, i dieci minuti.
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